La responsabilità sociale: una sfida cruciale per le imprese italiane
La tragedia di Genova pone alle imprese e agli imprenditori una riflessione seria su cosa significa essere responsabili, per davvero. Ci sono imprese e soprattutto imprenditori che lo hanno capito da tempo e hanno investito molto nel cambiamento. E non parlo solo di grandi aziende che sotto la luce dei riflettori degli investitori e dei regolatori hanno dovuto comunque muoversi, ma anche di piccole imprese dove la sensibilità e l’attenzione del singolo coincide con il benessere di chi lavora con lui, dentro e fuori l’azienda. Non sono pochi questi uomini e donne italiani che raccontano - e io ne sono testimone - esperienze straordinarie, di sacrifici, di fatica ma anche di condivisione e di successo.
Il punto chiave è che la responsabilità non è tema che è imposto per legge: è quello che hai dentro, che ti hanno insegnato e che ti fa comportare in un certo modo anche se nessuna legge te lo impone.
È per questo che quanto è successo a Genova non è accettabile e le critiche sono state unanimi: un imprenditore che rivendica con orgoglio il suo ruolo nella società sa quando è il momento di essere responsabile, senza se e senza ma.
Certo è che l’esercizio della responsabilità va fatto prima che accadano le tragedie ed è importante che si accertino in modo serio e approfondito le colpe, si risarciscano le vittime e si puniscano i colpevoli.
L’imprenditore ha un compito in più rispetto al diritto: la coscienza morale e civile che impone di cambiare quando si sbaglia e di rivedere la propria strategia e la propria governance.
Certi errori pesano più di altri e certe conseguenze non sono rimediabili, ma si può lavorare per evitare di ripeterli, si può ripensare al proprio modo di fare impresa e impegnarsi per ricostruire la fiducia, investire sui valori e sulle persone non con azioni tattiche e temporanee, ma con una visione di futuro, dove sostenibilità non è una parola di moda e responsabilità una foglia di fico, dove capitale e morale stanno insieme in una logica nuova.
In questi giorni genovesi - nella mia città- ho parlato con tante persone, amici, conoscenti, sconosciuti e tutti mi hanno detto che da questo disastro dobbiamo uscirne più forti e più uniti, come persone, come cittadini, come professionisti, come imprenditori. E per farlo ognuno di noi nel suo piccolo deve prendersi le sue responsabilità per cambiare finalmente, non contro qualcuno o qualcosa ma per ricostruire un sistema dove ognuno fa la sua parte. Ecco la nostra sfida.