Italia e Ucraina insieme per un modello di gestione sostenibile del patrimonio UNESCO

Sviluppo di un Sistema integrato e sostenibile di gestione del patrimonio della città di Odessa

Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina 2025 (URC2025)

Durante la Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina 2025 (URC2025), appuntamento annuale di alto livello per sostenere la ricostruzione a lungo termine dell'Ucraina, è stato firmato ufficialmente il progetto "Sviluppo di un Sistema integrato e sostenibile di gestione del patrimonio della città di Odessa". L'iniziativa di cooperazione internazionale, che prenderà il via il 1° ottobre, è frutto della volontà della CRUI – Conferenza dei rettori delle università italiane di contribuire al rilancio dell'Ucraina e, in particolare, della città di Odessa.

Per questo ambizioso obiettivo, la CRUI ha individuato due atenei come referenti: l'Università di Perugia e l'Università di Genova, scelta per la sua storica e consolidata collaborazione con diverse istituzioni ucraine, rapporto che si è sviluppato su vari fronti e continua a rafforzarsi.

A testimonianza di questo legame, alcuni docenti del Dipartimento architettura e design dell'Università di Genova fanno già parte, con il coordinamento di Niccolò Casiddu, del Permanent Advisory Authority "Office of Restoration and Urban Planning" e operano direttamente sotto la guida del sindaco di Odessa. Questo evidenzia il ruolo attivo e concreto dell'ateneo genovese nel supportare la ripresa e lo sviluppo del patrimonio ucraino.

Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina 2025 (URC2025)

Il progetto “Sviluppo di un Sistema integrato e sostenibile di gestione del patrimonio della città di Odessa” mira a dotare il centro storico della città di un sistema avanzato e strutturato per la tutela, la valorizzazione e la gestione del patrimonio UNESCO. Sostenuto interamente dall’AICS – Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo con il finanziamento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il progetto coinvolge in prima linea l’Università degli Studi di Perugia, capofila del partenariato, e l’Università di Genova, con il contributo operativo della Municipalità di Odessa, del Comitato tecnico nazionale di standardizzazione TC.169 e della National Tourism Organization of Ukraine.

I responsabili scientifici per tutto il progetto sono Fausto Elisei, docente UniPg di chimica fisica, e Niccolò Casiddu, docente UniGe di design, con la collaborazione di Nicola Canessa, docente UniGe di urbanistica.

Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina 2025 (URC2025)

Con un budget di 9,4 milioni di euro e una durata prevista di 36 mesi, l’iniziativa si colloca tra gli interventi strategici promossi dall’Italia a sostegno della rinascita culturale e istituzionale dell’Ucraina. La città di Odessa, simbolo di multiculturalismo, apertura e identità urbana nel Mar Nero, è stata colpita duramente dalle conseguenze del conflitto. Oggi diventa il centro di una delle più articolate iniziative di gestione integrata del patrimonio a livello europeo.

Una risposta concreta a una crisi profonda

A partire dall’iscrizione d’urgenza del centro storico nella lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO (gennaio 2023), Odessa è divenuta un caso emblematico di patrimonio urbano sotto minaccia. Oltre ai danni materiali, con più di 100 edifici storici colpiti direttamente, si è assistito al progressivo deterioramento del tessuto sociale, istituzionale e culturale cittadino. Il progetto si inserisce in questa cornice non con una logica emergenziale, ma con l’intento di costruire una strategia di lungo periodo, capace di coniugare strumenti tecnici e governance pubblica, innovazione digitale e processi partecipativi.

«Si tratta di un passo molto importante per tutti noi[…]. Essere entrati nella lista UNESCO non fermerà i bombardamenti. Dopo il conflitto questo ci aprirà prospettive concrete: nuovi itinerari turistici, maggiori flussi e risorse per la città e il suo sviluppo» – Trukhanov Gennadiy, sindaco di Odessa.

Odessa patrimonio UNESCO

Un progetto multidimensionale

Il progetto prevede la costruzione di un sistema di gestione integrato che includa:

  • la raccolta e digitalizzazione dei dati storici, artistici, urbanistici e socio-economici del sito;
  • la creazione di un GIS operativo per il monitoraggio urbano e la pianificazione;
  • la definizione di un piano di gestione del rischio, in linea con le direttive ICCROM e Sendai;
  • lo sviluppo di un Digital Twin per gli edifici più rappresentativi, utile a scopi di conservazione, simulazione e formazione;
  • l’istituzione di una autorità di gestione del sito, autonoma ma coordinata con le istituzioni locali e nazionali.

Questo lavoro si articola su più livelli: dalla raccolta dati sul campo, condotta da équipe miste italo-ucraino, fino all’elaborazione di proposte legislative per l’armonizzazione normativa tra Ucraina e Unione Europea. Il progetto include anche una robusta componente di formazione professionale e capacity building rivolta a tecnici, funzionari pubblici, operatori culturali e stakeholder locali.

«Dobbiamo preservare tutto questo, migliorarlo, e farlo con l’aiuto dell’UNESCO, seguendo esempi internazionali» – Ivan Liptuga, direttore del Dipartimento cultura, relazioni internazionali e integrazione europea del Comune di Odessa.

Il ruolo delle Università italiane

I due atenei italiani portano in campo un’esperienza consolidata in progetti internazionali sulla gestione dei beni culturali, con un focus particolare sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità dei processi di governance. In questo contesto l’Università di Perugia, con Fausto Elisei, avrà la gestione finanziaria e amministrativa del progetto.

Accanto a Perugia, l’Università di Genova mette a disposizione il know-how di diversi dipartimenti e docenti, con il coordinamento di Niccolò Casiddu e il supporto di Nicola Canessa, con l’intento di indirizzare nello sviluppo degli strumenti urbanistici e tecnologici, nonché nella progettazione dei processi di partecipazione attiva dei cittadini.

 «Odessa è una città che vive di relazioni, di stratificazioni culturali e di spazi condivisi. Il nostro compito è fornire gli strumenti perché questa complessità venga amministrata con consapevolezza, equilibrio e trasparenza. La memoria urbana può essere un driver potente per la trasformazione sociale» – Niccolò Casiddu, Università di Genova.

Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina 2025 (URC2025)

Un approccio inclusivo, partecipato e replicabile

Uno degli elementi distintivi del progetto è l’adozione di un approccio partecipativo strutturato, che supera la retorica del coinvolgimento della comunità per affrontare in modo sistematico il tema della governance culturale inclusiva. Non si tratta soltanto di consultare stakeholder o raccogliere pareri in fase progettuale, ma di costruire un sistema decisionale multilivello, stabile e trasparente, in cui i diversi attori, come esperti di settore, istituzioni locali, comunità cittadine, minoranze culturali, giovani e soggetti svantaggiati, possano agire come co-protagonisti nella definizione delle priorità, delle modalità operative e degli obiettivi di lungo termine.

Il processo sarà accompagnato da un’équipe mista di esperti in mediazione culturale, diritto pubblico, antropologia urbana e gestione partecipata, che garantirà una metodologia condivisa e replicabile. Saranno adottati strumenti di ascolto attivo, laboratori civici, tavoli interistituzionali e piattaforme digitali accessibili per favorire una partecipazione consapevole e qualificata. Tutti i risultati verranno integrati nella redazione del Piano di gestione del sito UNESCO, e confluiranno anche nel Diversity, Equity and Inclusion Plan (DEIP), che definirà principi e criteri per la composizione degli organi di governance.

In questo contesto, Odessa assume un ruolo apripista: dal 2022 a oggi, sette città ucraine sono state dichiarate patrimonio UNESCO e molte di esse si trovano in condizioni analoghe, tra emergenza, fragilità istituzionale e necessità di tutela del tessuto urbano storico. Il progetto rappresenta quindi una prima sperimentazione concreta di governance del patrimonio urbano in Ucraina, potenzialmente estendibile ad altri siti iscritti e a quei contesti che, nei prossimi anni, entreranno nei circuiti di protezione culturale internazionale. La possibilità di strutturare una visione nazionale coerente, attraverso esperienze pilota come quella di Odessa, è un’opportunità rilevante per il futuro delle politiche culturali e urbane del Paese.

«In Ucraina oggi non basta proteggere il patrimonio materiale: serve costruire un’infrastruttura culturale di cittadinanza. Con Odessa avviamo un modello sperimentale di governance condivisa, che pone la comunità locale, le istituzioni e le competenze tecnico-scientifiche sullo stesso piano decisionale. Il nostro obiettivo è rendere questo approccio applicabile anche agli altri siti UNESCO del Paese, affinché la ricostruzione sia anche occasione di riforma democratica e coesione sociale» – Nicola Canessa, Università di Genova.

Cultura, economia, istituzioni: una strategia integrata

La protezione del patrimonio non è solo una questione culturale, ma è anche una leva di sviluppo economico, rigenerazione urbana e rafforzamento istituzionale. Il progetto mira a dotare la città di Odessa di un sistema sostenibile anche sul piano economico, in grado di attrarre investimenti pubblici e privati, incentivare la filiera del turismo culturale e creare nuove professionalità.

Nello specifico, la costruzione del sistema digitale e l’infrastruttura di gestione saranno lasciate in dotazione alla municipalità, che potrà utilizzarle per fini amministrativi, autorizzativi e gestionali. L’adozione di standard nazionali DSTU aggiornati, in linea con ISO e direttive europee, garantirà la compatibilità con i futuri processi di integrazione europea.

«Da vent’anni vivo in Ucraina e oggi mi sento responsabile non solo degli italiani qui, ma anche di una presenza culturale italiana nel cuore di una comunità che resiste. Questo progetto è anche un segno tangibile di vicinanza e sostegno concreto: proteggere e valorizzare il patrimonio significa dare respiro ad una città che non smette di lottare per la propria identità» – Attilio Malliani, ambasciatore di Odessa in Italia.

Odessa

Una cooperazione tra pari, oltre l’emergenza

Questo progetto si differenzia da molte iniziative attualmente attive in Ucraina perché non si configura come assistenza, ma come cooperazione tra pari. Gli attori coinvolti (università, amministrazioni, enti tecnici) condividono saperi, responsabilità e obiettivi. Il progetto sarà monitorato costantemente da un comitato congiunto italo-ucraino e prevede valutazioni, per assicurare qualità, efficacia e coerenza con gli obiettivi dichiarati.

«La cultura non è un lusso, ma un’infrastruttura sociale fondamentale. Riconoscerlo significa dotarsi di strumenti solidi, condivisi e trasparenti per gestirla. Odessa oggi è un laboratorio, ma domani può diventare un modello per l’intera area del Mar Nero» – Fausto Elisei, Università di Perugia

Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina 2025 (URC2025)


di Eliana Ruffoni