Teseo e l’Intelligenza Artificiale che aiuta chi aiuta
Dal 29 novembre al 4 dicembre si è tenuta presso Palazzo Tursi la Genova Smart Week, un evento dedicato alle città del futuro: molte realtà nazionali e internazionali si sono confrontate intorno al tema dello sviluppo di città innovative e vivibili.
Per l’occasione è stato allestito lo Startup Corner, presidiato tra le altre da Teseo, spin-off di Unige. Abbiamo preso parte anche alla conferenza Servizi digitali per il benessere e la salute: e-health e e-welfare, tenutasi il 2 dicembre e incentrata sulle tematiche di salute digitale.
Oltre a Teseo erano presenti Humana Vox, Osservatorio Sanità Digitale (Politecnico di Milano), Liguria Digitale, IO Surgical Research (spin-off genovese) e CAMOSCA. Grazie al moderatore Paolo Macrì di Ggallery è stato possibile per ciascuna startup presentare il proprio ecosistema e la propria missione, seguendo il filo conduttore dell’innovazione tecnologica come valore aggiunto per caregiver e assistiti.
Kibi, la piattaforma AI-based
In qualità di ricercatrice nell’ambito della Vocal UX e come portavoce di Teseo, ho presentato Kibi, la piattaforma AI-based che stiamo sviluppando, in grado di aiutare i caregiver a personalizzare la propria assistenza a sostegno di soggetti fragili e/o tipicamente anziani, attraverso insights e funzionalità di facile visualizzazione e comprensione. Come è stato giustamente sottolineato, l’accessibilità di questa tipologia di servizi è una qualità preziosa, che può davvero fare la differenza nell’incentivarne l’adozione.
Ma come si è arrivati a concepire una soluzione come quella di Kibi?
Il team Teseo è composto per la maggior parte da ricercatrici e ricercatori dell’Università degli Studi di Genova; alcuni di loro hanno alle spalle più di 15 anni di ricerca sul tema dell’Ambient Assisted Living con oltre 30 pubblicazioni al riguardo. Due dei tre co-founder sono professori Unige di Ingegneria Robotica presso il dipartimento DIBRIS – Fulvio Mastrogiovanni e Renato Zaccaria – a cui si aggiunge, come terza fondatrice, Antonella Giuni.
Le aree di applicazione e interesse di Teseo riguardano Intelligenza Artificiale, IoT e Behavioral Analysis. Troviamo che questi siano gli ingredienti giusti per mettere a disposizione di chi aiuta – i caregiver – strumenti digitali veramente innovativi, efficaci e accessibili. Questa è la visione che guida Teseo dalla sua fondazione, avvenuta ufficialmente nel 2015, e che vede oggi alla sua guida la figura del CEO Rosario Nisticò.
Le difficoltà di caregiver e professionisti della cura
Al momento sono due i brevetti internazionali in attivo, mentre il team di sviluppo si sta continuando a impegnare per offrire una delle possibili soluzioni a quello che si presenta essere come uno dei problemi più urgenti dei giorni nostri, e che travalica i confini nazionali: la carenza e indisponibilità di infermieri e OSS. La situazione non migliora se confrontata con il numero in crescita vertiginosa di longevi: in Italia parliamo di 14 milioni di anziani, di cui 3 milioni presenti in strutture specializzate.
I caregiver e i professionisti della cura sono consapevoli della problematica, motivo per cui si stanno guardando intorno per cercare aiuto e sostegno. Il 40% delle strutture socio-sanitarie è interessato a un aiuto tecnologico per essere supportate nel monitoraggio dei propri pazienti, anche a distanza; solo il 6% sostiene di avere già in uso una soluzione che le soddisfi pienamente.
Da alcune indagini qualitative, è emerso che si vorrebbero potenziare l’assistenza e la sicurezza (e avere così una maggior retention degli ospiti), oltre a migliorare l’efficienza del proprio staff. Le competenze digitali e la mancanza di standard invece sono i principali ostacoli.
Le soluzioni offerte dall'e-health
Teseo, e le altre startup impegnate nell’e-health o salute digitale, stanno cercando di lavorare proprio in questa direzione: offrire soluzioni ad alto impatto ed efficienza, facilmente accessibili a qualsiasi tipo di utente.
La piattaforma di Kibi ad esempio permette un monitoraggio a colpo d’occhio del singolo paziente e dell’intera struttura, aiutando lo staff specializzato ad accedere alle informazioni dei propri assistiti e a condividerle tra loro in modo efficiente e in tempo reale.
Oltre a localizzare gli assistiti, Kibi permette di ricevere degli alert di caduta (uno degli eventi più comuni e recidivi per gli anziani, in casa e in struttura!) per poter intervenire il prima possibile: una soluzione che permette all’assistito stesso di sentirsi più tranquillo e rafforzarlo nell’autonomia.
Un’altra funzionalità indispensabile è quella di analizzare alcune delle attività quotidiane (come l’uso dei servizi, il bere, la motilità) e individuarne così le tendenze positive e negative, che vengono mostrate tramite grafici intuitivi e di facile lettura.
In questo modo è possibile gestire al meglio persone con cronicità e prevenire lo sviluppo di eventuali criticità: una delle future implementazioni inoltre prevede l’intervento di un assistente vocale proattivo, in grado di dare suggerimenti personalizzati in base alle attività rilevate.
Kibi, in generale, può essere pensato come un ecosistema, al cui centro si trova il cuore pulsante dell’intero sistema: la piattaforma aperta a integrazioni e interazioni con le persone e l’ambiente, in grado di interagire con i dispositivi indossabili (smartwatch e non solo!) per estrarre i dati utili al monitoraggio dei parametri vitali e la relativa analisi comportamentale della persona assistita.
Sono molte le direzioni da intraprendere e integrare in un sistema come questo: la ricerca nel campo della salute digitale è in rapido sviluppo, a beneficio degli assistiti e di chi si ne prende cura, ogni giorno.
Marta Cristofanini è Assegnista di Ricerca in Sistemi di elaborazione delle informazioni
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