Ologrammi al Dipartimento Architettura e Design della Scuola Politecnica
Giulia Pellegri, vice Preside della Scuola Politecnica dell'Università di Genova e docente di Disegno presso il Dipartimento Architettura e Design, si occupa da anni, con il gruppo di ricerca composto da Sara Eriche, Francesca Salvetti e Michela Scaglione, di rappresentazione digitale tridimensionale visualizzata tramite ologrammi.
La ricerca applicata al campo del patrimonio culturale e archeologico è importantissima in quanto finalizzata alla fruizione, valorizzazione e gestione dei beni culturali soprattutto in ambito museale e di divulgazione scientifica.
La realtà mixata
Su questo temo specifico si è conclusa la ricerca di dottorato di Sara Eriche dal titolo: “La rappresentazione avanzata in realtà mixata. Considerazioni critico/analitiche e sperimentazioni applicative.”
Da una prima fase di acquisizione dei dati delle opere architettoniche e dei beni a qualsiasi scala, tramite diverse tipologie di rilievo diretto e indiretto, la ricerca propone di valorizzare lo scenario digitale e virtuale nel settore della rappresentazione e quindi della conoscenza e condivisione del patrimonio della città.
La costante evoluzione della ricerca, grazie a metodiche transdisciplinari, pone l’olografia come una soluzione di visualizzazione originale e suscettibile di evoluzione anche nelle auspicabili future applicazioni di interazione gestuale a scala sempre più vicina alla reale.
La visualizzazione olografica ad alta definizione
Il dipartimento Architettura e Design dell'Università di Genova, nell’ambito del CTS_ColorLab, laboratorio Colore di cui Giulia Pellegri è responsabile, si è dotato di sistemi di visualizzazione olografica ad alta definizione.
Nel panorama internazionale le Information and Communication Technologies (ICTs) hanno già cambiato le modalità di trasmissione del patrimonio museale, generando nuovi linguaggi che moltiplicano i livelli di racconto e permettendo l’adozione di strategie di comunicazione dell’arte basate su interazione, scelta e condivisione.
Partendo dall’acquisizione e digitalizzazione dei dati bi e tridimensionali di un Bene si arriva allo sviluppo di applicazioni olografiche che, utilizzando le ultime tecnologie disponibili nel campo delle ICT, permettono all’utente di fruire di quel Bene secondo i linguaggi contemporanei.
Ma perché gli ologrammi?
Gli ologrammi consentono di visualizzare in modo realistico i beni architettonici e museali, di ricostruire per fasi le evoluzioni storiche di una città oppure di visualizzare le più grandi collezioni museali mondiali da una singola postazione superando le barriere architettoniche, sociali e temporali, creando così un networking di condivisione culturale come sta avvenendo, tramite la collaborazione di diversi partner europei, al Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova.