Accessibility bot-based-service (ABS) la tecnologia al servizio della disabilità

Il contesto di sviluppo del prototipo

Logo risewiseRisewise (Rise Women with disabilities in Social engagement) è un progetto europeo scientifico multidisciplinare. L’Università di Genova è il membro coordinatore del progetto e tra i partner troviamo molte università e associazioni che collaborano da diversi Paesi europei: Spagna, Portogallo, Slovenia e tanti altri. 
ABS si inserisce in questo progetto, sfruttando la tecnologia al fine di sviluppare un supporto per le persone con disabilità. In particolare, il campo di ricerca riguarda le persone con disabilità motoria e che si muovono in città con l’aiuto di una sedia a rotelle. Disabilità diverse richiedono supporti tecnologici diversi: per questo si è deciso di focalizzare l’attenzione su un tipo di disabilità specifica per provare a trovare una soluzione che potesse aiutare il più concretamente possibile le persone. 

ABS – il nostro prototipo

Il prototipo si chiama ABS (Accessibility Bot-based Services) ed è composto da due parti principali: un bot di Telegram e un sito web. Telegram è un servizio di messaggistica istantanea, simile a WhatsApp, ma che in più ha la possibilità di creare i bot, ovvero chat programmate che rispondono in modo automatico all’utente sulla base dei messaggi che l’utente stesso invia. Il bot salva i dati ricevuti sul database e il sito web estrae i dati dallo stesso database per mostrarli sulla pagina online.

ABS Bot

Il bot di Telegram è stato creato per segnalare barriere architettoniche temporanee o permanenti che possano ostacolare l’accesso a edifici o il transito su strada. In generale, gli utenti possono creare e iscriversi a dei gruppi per condividere informazioni sulla viabilità di luoghi di interesse comuni, notificare ostacoli e trovare il collegamento al sito web. L’utilizzo di Telegram e non di un’applicazione dedicata deriva dal fatto che lo scopo principale è quello di raccogliere più dati possibili. In questo modo, si possono coinvolgere più persone possibili nella mappatura delle strade, non solo le persone disabili.
La procedura di invio di una segnalazione segue una procedura rigorosa. Affinché una segnalazione sia registrata sul database, l’utente deve inviare la posizione dell’ostacolo, specificare se si tratta di un ambiente interno o esterno e in seguito scegliere una delle tipologie proposte. In seguito il bot chiede se si vuole allegare una foto che l’utente può scegliere dalla galleria o scattare sul momento. Se poi l’utente fa parte di qualche gruppo, allora viene proposta la lista con i nomi dei gruppi a cui appartiene e l’utente può scegliere di allegare la segnalazione ad un gruppo, in modo che tutti gli utenti del gruppo ricevano dal bot una notifica con un link che rimanda al sito web dove è mostrata la posizione del nuovo ostacolo sulla mappa e la tipologia. In ogni passaggio l’utente è supportato dalle tastiere di Telegram contenenti le opzioni necessarie a rispondere: così facendo l’utente non deve mai digitare caratteri per rispondere e questo previene risposte indesiderate e soprattutto è un supporto maggiore per le persone con disabilità.

ABS Web App

La seconda parte del prototipo è un sito web che permette la visualizzazione delle barriere architettoniche segnalate dal bot e soprattutto il calcolo di un percorso accessibile. In generale, gli utenti possono accedere al sito da un comune browser all’indirizzo abs.dibris.unige.it oppure tramite il pulsante ABS Web App presente sul bot di Telegram. Per lo sviluppo sono stati utilizzati servizi online per gli sviluppatori che permettono di fare delle richieste a servizi già esistenti per il calcolo di un percorso. In questo caso sono stati integrati i servizi di Google Maps e quelli di OpenRouteService
Nella home page del sito, si può visualizzare una mappa con marker diversi a seconda del grado di affidabilità delle segnalazioni a cui si riferiscono. Infatti, nel sistema esistono utenti cosiddetti “fidati” le cui segnalazioni vengono prese per buone. Le segnalazioni di tutti gli altri utenti sono considerate non verificate. Queste segnalazioni rimangono non verificate fino a quando almeno 5 utenti non notificano lo stesso problema nella stessa posizione; a quel punto la segnalazione viene classificata come verificata. Quando una segnalazione che si riferisce ad un ostacolo temporaneo (come i lavori in corso) è presente sul nostro sistema da più di due settimane, viene declassata a segnalazione vecchia. Nella pagina, poi, l’utente trova i pulsanti che permettono di impostare le preferenze per avviare la ricerca del percorso. Si può scegliere la modalità di viaggio (a piedi, in macchina o tramite mezzi pubblici) e le tipologie di ostacoli da evitare durante il calcolo del percorso.
Infine, l’utente imposta il punto di partenza e quello di arrivo del percorso. In questa operazione è supportato dal servizio di suggerimento degli indirizzi di Google Maps. 
Il sistema fornisce tre soluzioni che si differenziano a seconda delle tipologie di segnalazioni che evitano: esiste un percorso consigliato che evita tutti i tipi di segnalazione salvati sul database; un percorso di affidabilità media e uno che non tiene conto delle segnalazioni vecchie e non verificate che però potrebbero ancora costituire un pericolo presente sul suolo cittadino. 
Il prototipo è già stato utilizzato da persone che si sono offerte di testarlo. Le persone sono state contattate anche grazie al supporto del Comune di Genova e di Novi Ligure, nonché da Associazioni operanti nell’ambito della disabilità. 

Gli sviluppi futuri

Tra gli sviluppi futuri del progetto è prevista una profilazione degli utenti in modo da suggerire i percorsi in base alla tipologia specifica di disabilità motoria: per esempio con una distinzione tra chi utilizza una sedia a rotelle motorizzata e chi no, in quanto la difficoltà ad affrontare le diverse barriere architettoniche dipende anche dal supporto utilizzato. Inoltre, in collaborazione con l’Univesidad Complutense de Madrid, si sta già lavorando ad una mappatura degli interni in modo da fornire un supporto anche per gli edifici e non solo per il raggiungimento di questi.

di Annalisa Bovone e Paola Silvestre