Massimo Bacigalupo vince il Premio Francesco De Sanctis 2024
Massimo Bacigalupo, professore emerito UniGe di Letteratura angloamericana, ha vinto il premio speciale della giuria del Premio Francesco De Sanctis, edizione 2024, per il volume “Ezra Pound. Un mondo di poesia” (Ares, 2022).
La cerimonia di premiazione si è svolta il 27 maggio a Roma, nella sede di Villa Doria Pamphilj, residenza istituzionale della presidenza del Consiglio.
La motivazione del Premio scritta da Raffaello Palumbo Mosca
Biografia, finissima interpretazione critica, miscellanea di ricordi e gustosissimi aneddoti: "Ezra Pound. Un mondo di poesia" di Massimo Bacigalupo è tutto questo e molto altro e di più. È, come avverte l’autore proprio alle soglie del testo, una guida alla lettura, dalla giovanile "A lume spento" del 1908, fino a quella affabulazione durata cinquant’anni, autobiografia mascherata fatta «di amici [...] scherzi, passioni» che sono i "Cantos", ma è anche il ritratto di un secolo terribile e luminoso, il Novecento, un secolo di guerre e di idee, di dibattiti, di riviste fondate, fallite e immediatamente rifondate con uguale se non maggiore furia e passione; e, soprattutto, un secolo di grande letteratura. Quella di Pound, naturalmente, ma anche quella dei suoi sodali amici, a partire da Ford Madox Ford, direttore della English Review e primo promotore, sulla falsariga di Henry James, dell’espressione letteraria come «diretta impressione della vita», di un "impressionismo" che renda ragione, al di là della rappresentazione oggettiva, della traccia che il mondo lascia nella mente. Da qui partirà poi proprio Pound per la sua geniale concezione dell’immagine poetica come vortex, come «groviglio di radiazione [...] da cui e attraverso cui e dentro cui le idee corrono costantemente».
Ma il libro di Bacigalupo, che segue il suo autore in tutti suoi incontri, i suoi amori letterari e sentimentali (Eliot, Enrico Pea, la Martinelli del canto 90) è anche un libro di luoghi: Venezia, dove Pound approda appena ventitreenne con un fascio di versi, Londra, dove incontra Marinetti, «un cadavere» secondo l’icastica definizione, poi corretta, del manifesto vorticista; e ancora Parigi, dove nel 1922 conosce Ernst Hemingway curandone anche, per la Three Mountain Press, il volume di racconti "In our time". E poi l’amatissima Liguria, dove scrive fitte annotazioni poetiche sui fenomeni naturali, il Golfo del Tigullio dove osserva i "nautili", «piccoli organismi semitrasparenti [...] che a volte si ammucchiano a riva» che ricompariranno anche nei "Canti pisani".
"Ezra Pound. Un mondo di poesia" è un libro che si può leggere con profitto da capo a fondo, l’opera di Pound al fianco, costantemente spiegata e illuminata da osservazioni critiche insieme puntuali e sorprendenti; ma è anche un livre de chevet che si gusta aprendolo qua e là per venire improvvisamente investiti da un’intuizione, da un verso disperso e fulminante, o per provare ancora una volta quel misterioso nesso letteratura-vita che è così forte in Pound e che sembra il vero cuore pulsante dello studio-racconto di Bacigalupo. Il senso ultimo del libro è andare oltre ciò che normalmente si ricorda e viene ricordato, le pagine decisive, per esplorare tensioni e passioni. In una parola, ancora, la vita. Il motto di Pound, "Build light. Make it new", trova qui una sua splendida e sorprendente declinazione critica e narrativa.