Napoleone e il teatro

Napoleone Bonaparte e il suo teatro nel 2022

Cosa può comunicare un melodramma, allo spettatore moderno? Molto.

Lo dimostra la rassegna sul teatro napoleonico che si svolgerà tra Genova, Venezia e Verona e che propone una serie di eventi per gli specialisti, ma anche per il grande pubblico, e che si inserisce con un anno di ritardo (pandemia oblige) nelle commemorazioni napoleoniche.

Vera e propria star del teatro nell’epoca che precede il romanticismo, René-Charles Guilbert de Pixérécourt (1773 –1844) scrive centoundici opere teatrali e attira le folle a teatro, facendo leva su meccanismi che caratterizzano ancora oggi le serie tv: suspense, emozioni, meccanismi narrativi di vario genere e una trama con una progressione rigorosa. Il pubblico adora la sovrapposizione di linguaggi caratteristica del melodramma, in cui si mescolano pantomima, linguaggio, musiche, passi di danza e scenografie imponenti.

Si tratta di un teatro che si rivolge al popolo e che propone naturalmente una visione caratteristica del periodo, in cui la virtù e la rettitudine trionfano sulla malvagità e sulla perfidia, proponendo così un teatro dell’ordine che appassiona e conforta un pubblico traumatizzato dagli eccessi e dai rivolgimenti degli anni rivoluzionari dimostrandosi al contempo funzionale al mantenimento della stabilità socio-politica auspicata dal regime napoleonico.

Una star del primo Ottocento

Per dare un’idea della popolarità dell’autore, all’epoca soprannominato il Corneille des boulevards, basti pensare che il suo principale successo, Coelina ou l’Enfant du mystère (1800), fu rappresentato 387 volte a Parigi e 1089 volte in provincia, per un numero totale di rappresentazioni impressionante anche in un periodo durante il quale il teatro era considerato come uno dei mezzi di espressione collettiva tra i più importanti e potenti. Ma anche La Femme à deux maris (1802), il melodramma intorno al quale è costruita questa rassegna, non se la cava male: 451 rappresentazioni a Parigi e 895 in provincia sono comunque cifre del tutto rispettabili. Il testo fu tradotto nel 1804 in italiano da Bartolomeo Benincasa, a Venezia, e si presume quindi che sia stato rappresentato all’epoca anche nel nostro paese.
Con l’arrivo del dramma romantico, cui in ogni caso apre la strada a livello di esaltazione delle grandi passioni e di fusione dei vari linguaggi scenici, il melodramma quale nasce e si sviluppa a inizio ottocento evolverà verso altre forme, per essere poi riscoperto nel XX secolo. Per alcuni, si tratta anche di un antenato del cinema muto, a causa della recitazione esagerata a livello di gestualità e mimica dell’attore. Per altri, si tratta di un genere che prelude e influenza il dramma romantico così come altre forme che mescolano recitativo e musica perché anche se non è presente testo cantato, la funzione drammaturgica della musica resta importante: le musiche hanno infatti la funzione di sottolineare i momenti chiave e di creare un’atmosfera, proprio come accade nel cinema.

Di tutto questo si parlerà nel seminario del 24 maggio con alcuni dei maggiori esperti del teatro rivoluzionario e napoleonico, a cavallo, quindi, tra il XVIII e il XIX secolo quali Pierre Frantz (Sorbonne Université), Thibaut Julian (Université Lyon 2), Katherine Astbury (University of Warwick), Paola Perazzolo (University of Warwick/Università di Verona), mentre il 23 maggio alle 17.30 la conferenza tenuta da Luca Lo Basso (Università di Genova) a Palazzo Ducale inquadrerà storicamente i rapporti tra Napoleone Bonaparte e la città di Genova, territorio all’epoca conquistato dal generale corso, e Katherine Astbury (Università di Warwick) introdurrà la rappresentazione teatrale prima dello spettacolo delineando a grandi linee tematiche e caratteristiche del genere quali si ritrovano nella pièce rappresentata per una migliore comprensione di un teatro ormai poco noto.

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Un adattamento contemporaneo

La messa in scena de La Moglie di due mariti, prevista al Teatro Auditorium di Palazzo Rosso martedì 24 maggio alle 20.30 (ingresso gratuito previa prenotazione del posto) parte sì dalla traduzione di Benincasa, adattandola però fortemente al contesto contemporaneo, sia dal punto di vista linguistico che dal punto di vista della regia, dei costumi e della scenografia, stilizzandoli con qualche tratto simbolico.

La prima traduzione di Benincasa è stata infatti completamente rivista da Anna Giaufret, Raffaella Tagliabue (regista professionista e responsabile, assieme ad Elena Dragonetti, della compagnia implicata, Narramondo Teatro) e Paola Perazzolo, poiché l’italiano di oggi differisce dall’italiano dei primi dell’ottocento in misura molto maggiore di quanto non faccia il francese contemporaneo rispetto a quello di due secoli fa. Lo spettacolo è stato alleggerito dei tratti particolarmente retorici e tipici della morale dell’epoca e adattato a un ritmo e uno stile a noi più consoni per venire incontro alla sensibilità di spettatori contemporanei. Al tempo stesso si tratta di una ripresa rispettosa dell’originale soprattutto per due punti chiave: l’andamento narrativo e la presenza della musica. Gli spartiti originali, ad opera del compositore francese Gérardin-Lacour, sono stati raccolti e ricostruiti a partire dalle numerose copie in circolazione grazie al lavoro dell’équipe di Katherine Astbury. Per la messa in scena si è scelto di mantenere l’esecuzione dal vivo ma adattando le partiture, originariamente orchestrali, a soli due strumenti e riducendo il numero dei brani, ottenendo così uno spettacolo più facilmente fruibile dallo spettatore contemporaneo (adattamento a cura dei musicisti Tina Omerzo e Alex León).

Nata da un’idea di Paola Perazzolo (Università di Verona) e di Katherine Astbury (Università di Warwick) e curata dalla stessa Paola Perazzolo e da Anna Giaufret ed Elisa Bricco (Università di Genova) per la sezione genovese e, più in generale, per la rappresentazione teatrale, in collaborazione con Narramondo Teatro, la rassegna è stata resa possibile dalla collaborazione tra il Dipartimento di Lingue e Culture Moderne, l’Università di Genova, l’Università di Verona, l’Università di Warwick, il Comune di Genova, Palazzo Ducale fondazione per la cultura, l’Università Italo-francese nell’ottica di un’apertura alla comunità e al territorio per offrire un avant-goût di un teatro ormai immeritatamente poco conosciuto.

Rassegna su Napoleone e il teatro (Genova, Venezia, Verona).
A Genova: conferenza su Genova e Napoleone, seminario sul teatro napoleonico e rappresentazione di melodramma.

Programma eventi di Genova:

  •  Lunedì 23 maggio, ore 17.30  - conferenza di Luca Lo Basso: Genova e Napoleone - Salone del Maggior Consiglio, Palazzo Ducale, Piazza G. Matteotti, 9
  • Martedì 24 maggio , ore 9.00-12.00 - Seminario sul teatro rivoluzionario e napoleonico con interventi di Pierre Frantz, Paola Perazzolo, Katherine Astbury, Thibaut Julian - Aula Magna della Scuola di Scienze Umanistiche, via Balbi 2
  • Martedì 24 maggio, ore 18.30 - Conferenza Introduzione alla rappresentazione teatrale a cura di Katherine Astbury - Auditorium Strada Nuova,Vico Boccanegra
  • Martedì 24 maggio, ore 20.30: Spettacolo teatrale La moglie di due mariti - Melodramma di Guilbert de Pixérécourt
    Costumi: Francesca Marsella
    Regia Elena Dragonetti e Raffaella Tagliabue
    Musiche dal vivo Tina Omerzo e Alex Léon
    Con gli allievi del Corso avanzato Narramondo Teatro - Auditorium Strada Nuova, Vico Boccanegra
    Info e prenotazioni spettacolo:  whatsapp: 339 8657158 - info@narramondo.it

Consulta la locandina per il programma completo della manifestazione

Rappresentazione finanziata dalla Comunità Europea, bando Horizon 2020 Marie Sklodowska-Curie (grant agreement n° 895913) e dal contributo del Public Engagement delle Università degli Studi di Genova e di Verona e dell’Università Italo-Francese.

 

Dal 23 al 28 maggio 2022

Per sedi e orari, vedere programma dettagliato.
Conferenze a ingresso gratuito e senza prenotazione.


Per maggiori informazioni: anna.giaufret@unige.it
Promotore: Dipartimento di Lingue e Culture Moderne