Un neonato nell'Ateneo genovese: il CLAT, Centro Linguistico Di Ateneo
Un neonato nell'Ateneo genovese: il CLAT, Centro Linguistico Di Ateneo
A Genova è nato il CLAT: un Centro Linguistico di Ateneo che ambirebbe ad essere, anche, di Ateneo e del Territorio. La sua costituzione è stata approvata nel Senato accademico del 27 marzo e nel Consiglio di amministrazione del giorno successivo. Non si tratta di un atto di normale amministrazione, ma di una decisione strategica attesa da tempo, con la quale l'Ateneo genovese si pone in linea con quasi tutti gli altri Atenei italiani, che da molti anni si sono dotati di uno strumento per molti aspetti fondamentale. L'AICLU (Associazione Italiana dei Centri Linguistici Universitari), fondata nel 1997, conta oggi più di 50 membri, a testimonianza del fatto che i CL costituiscono da tempo una realtà consolidata e diffusa per i vantaggi che offre. Vantaggi che sono riassumibili in tre formule: qualità, economia, opportunità.
La qualità è, naturalmente, quella formativa: un CL può conseguire obiettivi di efficienza e di efficacia difficilmente ottenibili altrimenti, uniformando la didattica, garantendo l'equità nell'uso delle risorse e permettendo la sperimentazione, anche in collegamento con l'attività di ricerca che ferve in molti Centri italiani. L'economia, legata ad una gestione equilibrata delle risorse e alla possibilità di monitorare globalmente i risultati, permette, nella misura in cui il nesso tra spese ed efficacia delle spese stesse è più facilmente accertabile, di considerare i costi come investimenti. Investimenti tanto più giustificati in quanto un CL è in grado di attirare fondi esterni in modo significativo. Quanto all'opportunità, essa rinvia alla possibilità di risolvere lo spinoso problema dei collaboratori esperti linguistici, cui una serie di provvedimenti legislativi poco lungimiranti ha lasciato in eredità un trattamento economico e normativo assolutamente sfavorevole e, conseguentemente, un atteggiamento fortemente rivendicativo. La creazione di Centri linguistici ha permesso di ovviare rapidamente all'esplodere dei contenziosi, profilando soluzioni contrattuali integrative e assicurando agli studenti un buon servizio didattico.
Il ritardo genovese in questo campo ha portato nel tempo ad un deterioramento della situazione ben rappresentato dal crollo verticale del numero di collaboratori esperti linguistici strutturati all'interno della Facoltà di Lingue, a fronte di un parallelo, notevole incremento di studenti e di un aumento dei corsi di laurea.
Occorre perciò render merito all'attuale Amministrazione di aver invertito con decisione la rotta: tanto più in quanto la creazione di un CLA avviene in un momento di ristrettezze economiche, quando diventa molto difficile non pensare soltanto a tagli. Non tutto il male vien però per nuocere: le difficoltà… "aguzzano l'ingegno", ed il neonato CLAT parte con un bagaglio di esperienza unico nel campo della formazione a distanza, accumulato nella Facoltà di Lingue in anni di ricerca sia nel campo dei protocolli di lavoro telematici sia in quello della creazione innovativa di strumenti digitali capaci di supportarli. Una fusione interdisciplinare e originale di competenze nata in parte per far fronte alle difficoltà, che resta per ora rara nel campo specifico.
Il nuovo progetto può ben perciò partire dalla Rete, offrendo percorsi in autoapprendimento per le lingue fruibili da parte degli studenti senza vincoli di orario e di aule, e integrandoli poi con l'intervento presenziale degli esperti madrelingua laddove la Rete è ancora inadeguata, nonché nei percorsi didattici di maggior valore aggiunto. L'ambiente di apprendimento è stato sperimentato con successo, con corsi pilota nelle 4 principali lingue europee e di italiano per stranieri. Nuove applicazioni, che prevedono la possibilità di un uso dei dispositivi mobili per lo sfruttamento dei materiali, sono in via di sperimentazione grazie alla collaborazione con il dottorato in Lingue Culture e TIC. I vantaggi per gli utenti, in termini di tempo e di flessibilità, saranno sensibili, così come sin da ora appaiono importanti per un Ateneo impegnato in una ridefinizione delle proprie strutture anche sotto il profilo degli spazi: in attesa delle assegnazioni all'Albergo dei Poveri, un'organizzazione che parte dal Web permette di usare meglio i locali a disposizione, pur prestandosi immediatamente a collaborazioni e proiezioni verso l'esterno. È auspicabile che la serie dei vantaggi del CLAT includa lo statuto dei collaboratori esperti linguistici: un attivo Centro linguistico, è, se non l'unico, certo il miglior luogo, per loro, in cui ottenere un adeguato riconoscimento della propria professionalità e per impegnare in modo non solo stimolante, ma soddisfacente, la propria creatività glottodidattica.