La nuova stagione dei censimenti: dal censimento decennale al censimento permanente

Lo scorso 5 novembre, nell’ambito della VIII Giornata Italiana della Statistica, si è tenuto presso il Dipartimento di Economia un evento congiunto dell’Università degli Studi di Genova con l’Ufficio territoriale di Istat per Piemonte, Valle D'Aosta e Liguria per presentare le profonde innovazioni introdotte dai Censimenti Permanenti.


L’Istat ha infatti avviato la nuova stagione dei censimenti permanenti della popolazione e delle unità economiche che vede la realizzazione di rilevazioni continue a cadenza annuale, biennale e triennale. Con la tornata censuaria del 2010-2011 si è chiusa infatti una lunga fase della storia della statistica pubblica caratterizzata da censimenti generali con cadenza decennale. La strategia dei censimenti permanenti, coerentemente con le politiche di sviluppo europee e con il programma di modernizzazione dell’Istat, è estesa a tutte le aree tematiche: popolazione e abitazioni, imprese, istituzioni non profit e istituzioni pubbliche. A partire dal 2021 anche il censimento dell’agricoltura diventerà permanente.


A differenza dei censimenti del passato, i censimenti permanenti non coinvolgono tutti i cittadini, le imprese e le istituzioni, ma di volta in volta una parte di essi, ovvero dei campioni rappresentativi. Questa scelta può sorprendere in quanto la parola “censimento” (dal latino censere + mentum) evoca immediatamente l’idea di un conteggio esaustivo della popolazione insistente su un territorio e questa è la ragione per cui i censimenti sono stati ideati sin dall’antichità (sono celebri i censimenti dell’età Augustea, realizzati con finalità prevalentemente militari e tributarie). Tuttavia, la restituzione al Paese dei dati ottenuti è di tipo censuario, quindi riferibile all’intero campo d’osservazione. Questo è possibile grazie all’integrazione di fonti amministrative con rilevazioni campionarie, che fa sì che i nuovi censimenti garantiscano l’esaustività, l’aumento della quantità e qualità dell’offerta informativa, il contenimento del fastidio statistico su cittadini e operatori economici e la riduzione dei costi complessivi.


Un cambiamento profondo che rende disponibili a cittadini, decisori pubblici ed esperti di settore, un’informazione puntuale sui fenomeni che caratterizzano l’evoluzione della società italiana.

 

Giulia De Candia
Istat - Ufficio territoriale per il Piemonte, la Valle D'Aosta e la Liguria
Enrico Di Bella
Dipartimento di Scienze politiche
 
 
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