Carta dei diritti fondamentali e costituzionalizzazione dell'Unione europea
Carta dei diritti fondamentali e costituzionalizzazione dell'Unione europea
Lo studio, di carattere monografico, è stato condotto dall'autrice Lara Trucco - docente del Dipartimento di Giurisprudenza - in un'ottica prettamente costituzionalistica con lo scopo di analizzare la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Viene, dunque, esaminato il peculiare processo di formazione di questo documento che, com'è noto, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona ha assunto lo stesso valore giuridico dei Trattati eurounitari. Ma ciò che presenta uno spiccato interesse sono le originali riflessioni dell'autrice sull'impatto della Carta, sulle strategie argomentative e sulle tecniche decisorie dei diversi giudici della Corte di giustizia, nella prospettiva della tutela dei diritti nello spazio europeo e, più in generale, sul processo stesso di integrazione e di costituzionalizzazione dell'Unione. Più particolarmente, può osservarsi come lo studio, muovendo addirittura dal momento fondativo dell'ordinamento comunitario, pervenga a mettere a fuoco le varie "fasi evolutive" della tutela dei diritti per giungere, più nello specifico, a concentrare l'attenzione sul percorso applicativo, sinora compiuto, della Carta.
In ciascun capitolo, premessa una ricostruzione della situazione storico-istituzionale riguardata, si passa ad analizzare le tecniche di impiego della Carta, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Giova, al proposito, l'articolato e perspicuo corredo di grafici elaborati sulla base dei risultati della ricerca. La relativa documentazione giurisprudenziale e bibliografica è quindi segnalata nella parte finale del volume (insieme ad una ricca serie di "indici", utili per lo studio e per la pratica del foro). Inoltre, l'opera si propone di continuare, in certo modo, a "vivere" in sinergia con l'Osservatorio sulla Carta dei diritti agevolmente "navigabile" sul sito "Consulta OnLine" (raggiungibile alla pagina web http://www.giurcost.org/casi_scelti/CartaUE.html).
Venendo ai più specifici contenuti del libro, si è già detto come, nel capitolo introduttivo, l'autrice metta a fuoco il retroterra giuridico, particolarmente, normativo e giurisprudenziale, che, di pari passo al progressivo estendersi delle competenze comunitarie, ha contribuito a comporre un quadro sempre più ricco in materia, preparando così il terreno, nel tempo, alla Carta (a quel tempo ancora "inesistente").
È quindi nel primo capitolo, in cui si prende in considerazione il periodo che va dalla "proclamazione" della Carta di Nizza (nel dicembre del 2000), sino a quello del suo tentativo di incorporazione nel "Trattato Costituzionale europeo" (fallito, poi, nella primavera del 2005), che viene evidenziato come la Carta stessa, benché fosse stata semplicemente proclamata (e, dunque, fosse per così dire, "invisibile" dal punto di vista giuridico) abbia tuttavia mostrato da subito di possedere un'efficacia apprezzabile sia sul piano politico-istituzionale, sia su quello interpretativo.
Il periodo che segue all'insuccesso del "Trattato costituzionale" e che va fino alla (ri)proclamazione della Carta a Strasburgo (nel dicembre 2007) è oggetto di analisi critica nel secondo capitolo, da cui emerge come, a dispetto del suo status ancora, per così dire, "dimezzato", il catalogo dei diritti dell'Unione europea non abbia cessato di costituire un "laboratorio" delle tecniche di richiamo ed altresì delle strategie argomentative della Corte di giustizia, non senza importanti ricadute sulla stessa fisionomia costituzionale dell'Unione.
Con l'ultimo capitolo la ricerca si spinge sino ai nostri giorni, facendo emergere come, all'indomani dalla sua entrata in vigore, si sia registrato un aumento esponenziale del numero di richiami della Carta, ora "di Strasburgo-Lisbona", potendo, questa, finalmente contare sugli apporti maggiormente "a tutto tondo" della Corte di Giustizia dell'Unione europea. In una tale, nuova configurazione è risultata percepibile la straordinaria attitudine della Carta, definita "rampante", a crearsi una nuova e specifica strada nel paesaggio giurisprudenziale eurounitario, "in attesa" di incrociare l'adesione diretta dell'Unione alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, messa in cantiere dal Trattato di Lisbona.
Impossibile non condividere gli auspici conclusivamente formulati nella ricerca di una gestione di questo comune destino per il conseguimento dell'obiettivo di un più elevato livello di tutela dei diritti fondamentali e del consolidamento dell'identità costituzionale europea.