Come è nato Loving Books

Ideatrice e curatrice di Loving Books. Dialoghi di e sui libri  in memoria di Rossella Panarese capostruttura, autrice, curatrice e conduttrice di Rai Radio 3, recentemente scomparsa, Nicla Vassallo, filosofa e accademica di fama, chiarisce come è nato il ciclo di incontri (l’Università degli Studi di Genova tra i patrocini), avviatosi da poco, lo scorso 17 marzo, e che proseguirà fino al 23 giugno con un programma di otto incontri complessivi. 
 

Nicla Vassallo
Nicla Vassallo

Sono un’accanita lettrice (o lettore), per lavoro e non. Osservo, anzi, meglio, percepisco. Sono innamorata della bellezza, soprattutto interiore. Il primo lockdown? Trascorso sui libri, una salvezza. Leggo i libri che valgono davvero, non quelli ad hoc. E leggo, of course, i libri, appena pubblicati, delle mie amiche e dei miei amici. Perché no? A giugno scompare l’amico Giulio Giorello , a dicembre scompare l’amico Pietro Greco.Da lì tutto è stato in salita, causa ostacoli vari, anche insospettabili, e in discesa: basti scorrere il programma di Loving Books, di caratura nazionale. Alla fin fine, ho scelto di appoggiarmi alla Biblioteca Universitaria di Genova, ovvero Beni Culturali, Ministero della Cultura, realtà di primaria rilevanza in questo oggi in cui l’emergenza culturale non è senz’altro da meno rispetto all’emergenza sanitaria e a quella economica, se non altro perché, come sottolinea Dante, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza
Da filosofa della conoscenza, da epistemologa, da specialista di gender, lotto da sempre contro l’ignoranza, contro i soprusi, contro le violenze e le maldicenze.
Loving Books rappresenta una possibile reazione nei confronti di un’Italia retrograda. Di un’Italia in cui, quando va bene, giovani e donne vengono pres* a pesci in faccia. Da sempre e ora esacerbatamente.  
Il Covid: un incremento esponenziale delle violenze contro le donne; Dad e disumanità per ragazze e ragazzi… 

Biblioteca Universitaria
La Biblioteca Universitaria di Genova. Fonte: genova.repubblica.it

Possiedo un tablet, attraverso cui leggo i giornali, italiani e soprattutto anglosassoni, grazie a Medialibrary (disponibile per tutto il personale UniGe, ndr), ma sul mio tablet non vi compare alcun libro. I libri, rigorosamente in cartaceo, e per sceglierli/acquistarli un bel giro tra gli scaffali dell’Amico Ritrovato in via Luccoli o di Feltrinelli in via Ceccardi - ma quando mi recavo nell’amata Roma, in via del Babbuino, fino al 2013: che è accaduto poi?; più di recente, sempre costantemente Roma, in Galleria Alberto Sordi…
Il fil rouge dei vari incontri: il riscatto della cultura, della conoscenza, delle uguaglianze, con non poche denunce. All’insegna di una battaglia (o guerra?) nei confronti di una società cieca e becera, che favorisce una sorta d’identità sociale, penalizzando purtroppo l’identità personale, la sua bellezza, la sua unicità, la sua “diversità”. Ciò detto, anche una notifica, con ampi margini di riscatto, of course, nei confronti di coloro che oggi si vantano di non leggere né giornali, né libri, di non ascoltare la radio, non guardare la tv (neanche la Bbc), di far da sé (ma così non si fa per tre) ecc. Loving Books è inteso quale dialogo permanente contro variegati egoismi e narcisismi.
E quando poi gli interpreti di questi ultimi oggi si ritrovano bene o male in posizioni di potere, che dire? Si salvi chi può…
Da marzo 2020 a oggi, una caterva di buoni libri, per nulla modaioli. E molti bei film. Non appena possibile in presenza. In “assenza” su canali pubblici (es. Raiplay). Confido nel bel paese del pubblico, della cultura, delle tasse pagate, del rispetto… Nei libri e nei film.
Un esempio, il 12 maggio discuto con Dacia Maraini di Trio: due donne e un uomo, nulla a che fare col triangolo; piuttosto amore, Sicilia, 1743, peste. Quanti e quali i film tratti dai suoi romanzi?... Loving Books ama i libri e intende far amare i libri. Sollecitando la curiosità, senza cui degradiamo la nostra umanità. Abolendo non solo lo storicismo, ma anche il relativismo, il tutto è interpretabile, il tutto è linguaggio, il tutto è filologia.

Dacia Maraini
Dacia Maraini

Oggi l’Italia è paese in cui vigono mode e incompetenze, paese del sotto vestito niente.  È triste ammetterlo, ma riconoscendolo possiamo ripartire. Insistendo e investendo sulla curiosità. Un esempio di pochi giorni fa. Pur costretta a insegnare in Dad, non rinuncio a metodi e discipline internazionali, quali, per esempio, la Film philosophy: studentesse e studenti debbono ragionare filosoficamente sui film, considerando non tanto il plot, quando i dettagli.
È che, vista l’ignoranza dilagante, e quest’Italia sempre ultima in fatto di conoscenza, non ritengo affatto superfluo ragionare sui film, nonché sui diritti umani e civili.
Non propongo in prima battuta “Indovinate chi viene a cena?”, perché, nonostante le varie mistificazioni, il tasso dei razzisti in Italia oscilla più o meno tra il 10 e il 14 per cento, ovvero viviamo in un paese tollerante. Dato che, invece, quanto a omofobia, secondo i dati di ILGA-Europe, ci attestiamo al 35º posto su un totale di 49 Paesi, ovvero l’Italia si classifica ultimo tra i grandi Paesi occidentali, propongo Il Vizietto e a seguire Io e lei.
Il vizietto “sinonimo” di omosessualità o di eterosessualità? E allora perché non leggere Roland Barthes? Inoltre, tra gli innumerevoli dettagli, in Io e lei vi è il libro che legge Federica (Margherita Buy): Troppa felicità di Alice Munro.

Alice Munro
Alice Munro

Leggere, e da qui, non solo leggere, ma anche sollecitare parecchie domande filosofiche, demolendo pregiudizi e stereotipi.
Un altro film? Orlando, tratto all’omonimo romanzo di Virginia Woolf e diretto da Sally Potter: vi si azzera la categoria del gender, a partire dal romanzo. E Tilda Swinton nei panni di Orlando (Orlando, ovvero Vita Sackville-West) e Quentin Crisp nei panni di Elisabetta I.  Da anni ormai l’intellettualità più internazionale evoluta argomenta a favore dell’abolizione della categoria gender, mentre qui in Italia la sia esalta in ogni modo e a tutti i modi…
La conoscenza logora chi non ce l’ha, al pari della cultura. Più che mai, in questo periodo pandemico, in cui “saltano” abitudini e convenzioni di ogni tipo, e ne subentrano altre. Buone o cattive, che siano, occorre prenderne atto. Come reagire? Con una speranza, ben riposta, nella cultura, a partire da ottimi libri, dai giovani, dalle donne, nonché da uomini che nei giovani e nelle donne credono. Si tratta di diritti, doveri, di conquiste a favore del progresso individuale e sociale, a favore della nostra identità personale. Confidiamoci. Anche, ma non solo, a partire da Loving Books… 

Virginia Wolf
Virginia Wolf

Ho dedicato e dedico Loving Books a Rossella (Panarese, n.d.r). Rossella era e rimane, permane persona, non tanto donna, né tanto uomo, persona, appunto che credeva e crede nella scienza, nella conoscenza. Persona che studiava, che studia. Un’intellettuale pura al dì là di ogni “etica” della convenienza, moda, stereotipo. Una voce radiofonica eccellente, superba, e ben più che una voce. Con lei proseguo col condividere molto, tra cui amati libri, insieme alla convinzione che il “distrarsi un po’” rappresenta sempre un piccolo, efferato crimine, anche ma non solo coniugale. Rimane un crimine efferato contro la conoscenza.

Rossella Panarese
Rossella Panarese. Fonte: corriere.it

Nicla Vassallo è Docente di Filosofia Teoretica presso il DAFIST. 
Foto di copertina di Dariusz Sankowski da Pixabay

di Nicla Vassallo