Teleriabilitazione e COVID19: uno sguardo al futuro
Telemedicina e teleriabilitazione
La telemedicina è una disciplina di recente nascita che prevede la valutazione e l’analisi di specifiche funzioni fisiologiche (attività cardiaca, pressione arteriosa, saturazione di ossigeno) del paziente tramite controllo remoto: il professionista sanitario può in questo modo monitorare il paziente a casa sua, garantendo simile qualità di assistenza.
Un ramo della telemedicina che si sta sempre più imponendo è la tele-riabilitazione, ovvero un nuovo modo di seguire gli esercizi riabilitativi che il paziente può fare a casa da solo, sempre in sicurezza per l’assiduo controllo a distanza del fisioterapista che può registrare, oltre alle modalità di esecuzione del movimento, anche i parametri fisiologici, e correggere eventuali errori, come fosse presente.
Metodi accessibili per una migliore qualità della vita
Angelo Schenone, professore di neurologia del Dipartimento di neuroscienze, riabilitazione, oftalmologia, genetica e scienze materno-infantili, in collaborazione con Fabio Lavagetto professore di telecomunicazioni del Dipartimento di ingegneria navale, elettrica, elettronica e delle telecomunicazioni, entrambi dell'Università di Genova, cinque anni fa hanno iniziato a occuparsi di tele-riabilitazione, intravedendo la necessità di migliorare questi sistemi, applicarli alla terapia fisica e renderli fruibili a tutti, grazie ad una significativa riduzione dei costi.
Il progetto sviluppato in collaborazione con i Proff. Lavagetto, Bisio e Sciarrone e sviluppato dalla Dr.ssa Mehrnarz Hamedami nel suo percorso di Dottorato, è approdato alla realizzazione di SmartPants: una calza tecnologica che permette di valutare i movimenti del paziente neurologico. Un contributo fondamentale è anche stato dato dalla ASL4 e dalle Dr.ssa Valeria Leoni e Paola Tognetti.
SmartPants: la calza tecnologica
Grazie a questo dispositivo il paziente, in futuro, potrà fare gli esercizi a casa propria e gli specialisti potranno seguirlo da remoto: se qualcosa va male lo sapranno subito, se la modalità esecutiva è errata potranno chiamarlo in tempo reale, se sta andando bene, l’appuntamento sarà fissato a una nuova visita ambulatoriale di controllo.
Gli SmartPants sono composti da una fascia elastica elasticizzata corredata da:
- sensori collegati a un rilevatore, a sua volta connesso alla rete internet, che rilevano l’ampiezza, la direzione e l’angolazione del movimento;
- interfacce elettroniche per la raccolta ed il condizionamento dei segnali provenienti dai sensori,
- un’intelligenza per l’elaborazione dei segnali e l’elaborazione wireless per l’invio del dati acquisiti ad un database,
- interfacce per il paziente, in questo caso anche finalizzate a motivare il paziente nel esercizio (coaching) e per i medici e i fisioterapisti.
In base ai requisiti essenziali della norma tecnica EN 60601-1 il dispositivo verrà sottoposto a test di sicurezza elettrica e compatibilità elettromagnetica prima di essere applicato in ambiente clinico.
Da disciplina hi-tech a strumento alla portata di tutti: l'evoluzione della telemedicina
Fino a ieri, queste discipline erano considerate “hi-tech” e difficili da applicare, anche per i costi elevati. I ricercatori hanno quindi lavorato intensamente per ridurre al minimo questi costi e limitare l’impegno economico del Sistema Sanitario Nazionale mantenendo un’ elevata qualità dei sistemi di monitoraggio, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti, seguendoli nel luogo migliore in cui essi potevano stare: la loro casa e con i loro cari!
A oggi, la telemedicina è un’imperativa necessità, prima di tutto nel contesto di una pandemia con l’obbligo del distanziamento sociale, per poter monitorare a distanza un paziente che soffre garantendo un intervento tempestivo, in tempo reale e diminuendo le possibilità di diffusione del contagio. Inoltre, diventa necessario anche preservare tutte quelle categorie di personale sanitario che sono a rischio ma che dovrebbero proseguire i trattamenti cronici.
L’Università di Genova, se possibile, ha ampliato ancora di più le risorse per la popolazione e si è mostrata pronta a far fronte all’emergenza Covid-19.
Telemedicina in aiuto di pazienti isolati da Covid19
È stata riportata recentemente sull’International Journal of Rehabilitation Research un'esperienza del team dell'Università di Genova. Il primo caso di paziente affetto da neuropatia di Charcot-Marie-Tooth, una malattia neuromuscolare ereditaria progressiva, che ha contratto il SARS-Cov-2. La malattia si è manifestata in forma lieve, ma è stato necessario applicare il sistema telemedicina per proseguire la riabilitazione di un delicato intervento alla mano a cui era stato sottoposto e per rimediare ad alcuni deficit causati dalla neuropatia stessa. La tele-riabilitazione, effettuata due volte a settimana, in sedute di un’ora, ha sortito effetti significativamente positivi, molto apprezzati dal paziente.
Un'altra significativa esperienza di telemedicina è stata la creazione da parte di Valeria Prada fisioterapista del DINOGMI, di video-tutorial per pazienti neuropatici (ma fattibili anche dai pazienti anziani) che vogliono essere attivi e tenersi in forma.
I video sono a questo link.
Foto di copertina: PublicDomainPictures da Pixabay