Questi sono i dati contenuti nel Rapporto AlmaLaurea 2023 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati.
L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 10.601 laureati e laureate dell'Università di Genova. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello che hanno conseguito il titolo nel 2021, intervistati dopo un anno, e su quelle dei laureati di secondo livello del 2017, intervistati dopo cinque anni.
A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è dell’82,9%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 6,5%.
Tra gli occupati, il 15,3% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 20,2% ha invece cambiato lavoro; il 64,5% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.
Il 31,0% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 35,1% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 9,6% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 14,2% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.397 euro mensili netti.
Tasso di coerenza: il 68,1% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 57,7% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.
I laureati e le laureate UniGe di secondo livello del 2021, contattati dopo un anno dal titolo, sono 2.386 (di cui 1.671 magistrali biennali e 715 magistrali a ciclo unico); quelli del 2017, contattati a cinque anni, sono 2.417 (di cui 1.549 magistrali biennali e 857 magistrali a ciclo unico).
Tra i laureati e le laureate UniGe di secondo livello del 2021, intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari all’83,7% (85,5% tra i magistrali biennali e 79,6% tra i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 4,9% (5,1% tra i magistrali biennali e 4,5% tra i magistrali a ciclo unico). Il 18,7% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 16,3% ha invece cambiato lavoro; il 65,0% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Tra i laureati magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 22,4%, 16,8% e 60,8%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 9,3%, 15,0% e 75,6%.
Il 22,2% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 20,1% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. L’8,1% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 27,4%, 21,0% e 6,3%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 9,1%, 17,9% e 12,7%.
Il lavoro part-time coinvolge il 10,7% degli occupati (11,0% tra i magistrali biennali e 9,8% tra i magistrali a ciclo unico). La retribuzione è in media di 1.407 euro mensili netti (1.376 euro per i magistrali biennali e 1.488 euro per i magistrali a ciclo unico).
Il 69,2% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 61,1% tra i magistrali biennali e l’89,6% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 60,5%dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (53,8% tra i magistrali biennali e 77,5% tra i magistrali a ciclo unico).
Il tasso di occupazione dei laureati e delle laureate di secondo livello del 2017, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari al 93,4% (93,2% per i magistrali biennali e 93,8% per i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari all’1,8% (2,2% per i magistrali biennali e 1,1% per i magistrali a ciclo unico).
Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 52,7%, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono il 12,5%. Svolge un’attività in proprio il 18,8%. Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 62,4%, 13,8% e 14,1%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 34,4%, 10,1% e 27,8%.
Il lavoro part-time coinvolge il 4,8% degli occupati (5,2% tra i magistrali biennali e 4,2% tra i magistrali a ciclo unico). Le retribuzioni arrivano in media a 1.734 euro mensili netti (1.703 per i magistrali biennali e 1.791 per i magistrali a ciclo unico).
Il 76,0% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 72,8% tra i magistrali biennali e l’81,6% tra i magistrali a ciclo unico); il 67,5% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università (65,3% tra i magistrali biennali e 71,1% tra i magistrali a ciclo unico).
Il 65,8% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 31,5% nel pubblico; il 2,5% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 76,4%, mentre l’industria accoglie il 22,5% degli occupati; 0,8% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
L’89,2% dei laureati e delle laureate UniGe è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’83,2% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’81,1% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, l’89,4% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.
E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 72,8% dei laureati e delle laureate UniGe sceglierebbe nuovamente lo tesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 7,9% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.