Riprodotta la Patella ferruginea: ora l'esemplare a rischio di estinzione potrà ripopolare il Mediterraneo
Un grande traguardo per la biodiversità
Un grande e attesissimo traguardo per il progetto ReLife è stato finalmente raggiunto! Nelle scorse settimane i ricercatori del DiSTAV dell’Università di Genova, insieme al collega ed esperto Dott. Javier Guallart, sono riusciti ad ottenere per la prima volta la riproduzione in condizioni controllate e attraverso metodi non invasivi di Patella ferruginea, una delle più grandi patelle esistenti, endemica del Mediterraneo, un tempo molto diffusa, oggi a rischio di estinzione, tanto da essere considerata l'invertebrato marino più minacciato di estinzione in tutto il bacino ed è una specie protetta da convenzioni internazionali.
Il progetto ReLife
Per favorire la conservazione e la sopravvivenza di questo mollusco è stato concepito ed è in corso di realizzazione il progetto Re-establishment of the Ribbed Limpet (Patella ferruginea) in Ligurian MPAs by Restocking and Controlled Reproduction, che unisce l'Area Marina Protetta di Portofino - coordinatore capofila, Acquario di Genova/Costa Edutainment, AlgoWatt, il Dipartimento DISTAV dell'Università degli Studi di Genova, Parco Nazionale delle Cinque Terre, Area Marina Protetta Tavolara-Punta Coda Cavallo ed Area Marina Protetta isola di Bergeggi. Il progetto è cofinanziato dall’Unione europea tramite lo strumento finanziario LIFE.
Un risultato straordinario
Il risultato è veramente straordinario e arriva dopo ripetuti tentativi effettuati negli scorsi anni, che avevano consentito di acquisire basilari conoscenze sulla biologia riproduttiva della specie, le cui uniche, seppur cospicue, informazioni provenivano da aree molto distanti dal Mar Ligure, ovvero dal Mare di Alboran, tra la costa meridionale della Spagna e la costa del Nord Africa occidentale, e soprattutto dalle piccole e poco note Isole Chafarinas, isole spagnole a nord del Marocco, dove sono ancora presenti popolazioni costituite da un numero elevatissimo di esemplari.
Il grande successo di quest’anno sta nell’essere riusciti a indurre, in modo naturale, l’emissione dei gameti da esemplari maschili e femminili di questa specie. Questi gameti in natura sono rilasciati direttamente nell’acqua, come accade per la maggior parte degli invertebrati marini, dove avviene la fecondazione, che porta alla formazione di una larva. Questa passa attraverso differenti stadi fino a raggiungere la condizione in cui si posa sul substrato e “si trasforma”, o meglio metamorfosa, in quella che è la forma detta di giovanile, ovvero di un minuscolo individuo con le fattezze però dell’adulto.
E il grande traguardo raggiunto non riguarda infatti solo l’emissione dei gameti ma l’avere anche seguito (e documentato) le varie fasi larvali (alcune centinaia di migliaia di individui) fino al momento dell’insediamento.
Tutte le attività sono realizzate su esemplari traslocati nel mese di ottobre dall’AMP di Tavolara, inizialmente trasferiti al Laboratorio di CNR-IBF a Camogli, dove sono state allestite le vasche per l’acclimatazione e quindi poste a terminare la propria maturazione in mare prima di riportarle nuovamente in laboratorio per indurre l’emissione e dove sono state allestite le colture larvali.
E ora attenderemo alcuni mesi nella speranza che in buona misura sopravvivano alle prime più delicate settimane di vita.
L’obiettivo finale è la reintroduzione degli esemplari riprodotti nelle Aree marine Protette coinvolte nel progetto.
La conservazione di Patella ferruginea è molto importante per il mantenimento della biodiversità e dell’equilibrio degli ecosistemi marini.
Foto di Javier Guallart