Progetto europeo NEEMA: dall'Europa all'Africa
Si è tenuta a Genova il 30 e il 31 gennaio la riunione dello Steering Committee del progetto NEEMA.
"NEEMA" significa "cibo" in fula - un dialetto senegalese - e nella sua brevità sintetizza eloquentemente gli obiettivi del progetto che designa: resilienza alimentare e nutrizionale in un'area del mondo, l'Africa occidentale, in cui scarseggiano risorse alimentari e conoscenze per adottare una filiera nutritiva adeguata: dalla produzione alla consumazione allo smaltimento.
Il progetto, finanziato dall'Unione Europea, vede la collaborazione scientifica e didattica delle università dell'Alleanza Europea Ulysseus e di alcune università di Niger, Senegal, Burkina Faso e Mali. Il progetto è coordinato dalla Universidad de Sevilla, capofila anche di Ulysseus. Per l'Università di Genova partecipa un gruppo di lavoro del Dipartimento di Ingegneria civile, chimica e ambientale - DICCA, coordinato da Patrizia Perego, impegnato alla rivalorizzazione degli scarti alimentari da cui recuperare sostanze ancora riutilizzabili, come gli anti-ossidanti, o riciclabili convertendoli in food packaging.

Il progetto NEEMA, avviato nel 2024, si inquadra nel Green Deal europeo (EGD) e nella strategia Farm to Fork (F2F) e rientra nella Azione EDU 2023 CBHE STRAND 2 del programma ERASMUS+ che ha concesso un finanziamento pari a 800.000 euro, che finanzia il 90% della proposta. L'Azione Capacity Building Higher Education (CBHE) è finalizzata a trasferire, attraverso la formazione di docenti e di studenti, competenze e conoscenze dalle università europee a università di Paesi extra europei che necessitano di sviluppare nuovi standard educativi e scientifici.
Nel caso di NEEMA, l'impulso è stato fornito proprio dai partner africani, come spiega Emanuela Drago, una delle giovani ricercatrici del DICCA che partecipano al progetto: <<Durante il primo anno del progetto, i partner africani hanno dettagliato le loro esigenze e da qui siamo partiti, ogni partner con le proprie specificità, a preparare un piano di lavoro>>.
Le attività sono riconducibili al concetto di one health, "salute globale", e ciò implica un approccio interdisciplinare che rappresenta uno degli elementi portanti di NEEMA. <<Per me si tratta di un onore - prosegue ancora Emanuela Drago - interagire con una realtà così diversa come quella dell'Africa occidentale, una rara interfaccia per la ricerca e sento di dare veramente una mano. Posso sperimentare il concreto impatto dei miei studi>>. NEEMA fa uscire la ricerca dai laboratori. <<Speriamo di poter dimostrare l'efficacia di uno strumento che stiamo mettendo a punto nell'ambito del progettto PNRR Agritech - aggiunge Giulia D'Agostino, anche lei giovane ricercatrice impegnata nel progetto - Si tratta di un apparecchio che consente la valorizzazione degli scarti alimentari>>. Nel corso del progetto sono previste mobilità reciproche di studenti e di docenti, facilitando il confronto, lo scambio e il lavoro di gruppo.

Dopo una prima giornata di lavori nell'Aula Magna dell'Ateneo, i lavori dello Steering Commitee sono proseguiti nella raffinata cornice della Sala d'Oro della Camera di Commercio di Genova.
