Riscoprire i doveri costituzionali ai tempi del Coronavirus
L’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 ha richiesto l’adozione di diversi decreti governativi vòlti al contenimento del contagio da nuovo coronavirus e comprimenti in varia misura le libertà individuali.
In tale circostanza straordinaria si è reso necessario un bilanciamento tra due diritti costituzionalmente tutelati, la libertà di circolazione e la tutela della salute pubblica (quest’ultima ritenuta prevalente dal Governo italiano), ed è altresì emersa la crucialità dell’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà sociale, economica e politica (art. 2 Cost.).
Tale disposto costituzionale, che disciplina i diritti inviolabili dell’uomo ed i doveri inderogabili di solidarietà, scaturisce dal convincimento dei Padri Costituenti secondo cui la condotta umana deve informarsi contemporaneamente a principi di libertà e responsabilità.
Responsabilità e libertà
A ben guardare, la diffidenza nei confronti dei doveri appare una condotta umanamente comprensibile: risulta più semplice esercitare un diritto, che amplia la libertà di agire dell’individuo, rispetto all’adempiere un dovere, che invece ne riduce l’autonomia decisionale.
I diversi casi di cittadini contravventori delle prescrizioni governative hanno evidenziato un aspetto socio-relazionale della comunità italiana: si percepisce, infatti, l’instaurazione di uno squilibrio tra la responsabilità e la libertà individuale, fortemente a favore di quest’ultima; la società odierna appare caratterizzata da una iperestensione ed eccessiva rivendicazione di diritti individuali, in nome di una libertà individuale, che, tuttavia, non attiene affatto alla libertà e può costituire una tendenza pericolosa, poiché per vivere insieme è necessario un legame unificante che non può risiedere solo nella libertà.
L'etica dei doveri
La Costituzione italiana disciplina maggiormente i diritti individuali e, di conseguenza, si indaga tendenzialmente su di essi, rispetto al minor spazio riservato ai doveri; inoltre, l’ordinamento costituzionale repubblicano si fonda sul principio personalista e sulla centralità dell’essere umano.
Tuttavia, proprio in occasione della situazione emergenziale in atto, occorre focalizzarsi sui doveri costituzionali e, in particolare, sul dovere di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione e delle leggi di cui all’art. 54 Cost.: infatti, come riferì l’on. Caristia in seno all’Assemblea Costituente nella seduta del 19 maggio 1947, «la Repubblica vivrà, e vivrà a lungo, se sarà in grado di sviluppare e convogliare le forze di coesione e se saprà difendersi, sempre nell’orbita della legalità, contro i nemici palesi e segreti (…). Mi sembra inutile insistere sulla straordinaria importanza dell’obbligo di fedeltà (…) e credo di non esagerare affermando che questo è il dovere principale, il primo dovere di ogni cittadino, dovere, più che legale, morale, cui niuno può sottrarsi».
Per tale ragione, in un momento storico in cui il Paese si trova in drammatica difficoltà, appare cruciale che ogni cittadino aderisca interiormente ai valori propri della Nazione e della Costituzione coltivando, unitamente agli altri consociati, una comune etica dei doveri, giuridicamente imposti e non.
L'autrice è laureata magistrale in Amministrazione e politiche pubbliche e alumna IANUA - Scuola Superiore dell'Università di Genova. Il suo contributo, nella forma integrale, è pubblicato su BioLaw Journal - Rivista di Biodiritto, rivista scientifica di Diritto Costituzionale di fascia A. Il paper originale è alla sezione n. 4 "L’ago della bilancia: tra interessi pubblici e diritti fondamentali" della pagina Diritto, diritti ed emergenza ai tempi del Coronavirus.