Carmine Alfredo Romanzi
Carmine Alfredo Romanzi
Una giornata in ricordo del partigiano, dello scienziato, del rettore e dell’europeista
Martedì 8 ottobre 2013, in occasione del centenario della nascita di Carmine Alfredo Romanzi, l’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, il Comune di Genova e l’Università degli Studi di Genova, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, hanno promosso una giornata commemorativa in onore dell’insigne scienziato, Rettore dell’Università di Genova e Presidente della Conferenza dei Rettori europei, tra i protagonisti della firma dell’atto di resa delle truppe tedesche nelle mani del Cln Liguria il 25 aprile 1945, insignito di Medaglia d’argento al Valor militare, cittadino onorario della città di Genova.
Ad aprire la manifestazione, lo scoprimento della targa nella Piazza antistante la Biblioteca Universitaria di Genova. E poi, nell’Aula Magna, a segnare il convegno, uno spezzone del documentario (I giorni dell’insurrezione di D. Bernabei, S. Munafò, I Palermo e V. Preci, 1975) nel quale il partigiano “Stefano” ricostruisce il momento della trattativa con il generale Meinhold e della Liberazione di Genova e, nel contempo, la “scelta” che si sarebbe rivelata “l’esperienza più importante” di tutta una vita, seppur considerata “semplicemente” un dovere. Un dovere riaffermato nell’intervista rilasciata a M. Elisabetta Tonizzi nel 1994, a pochi mesi dalla morte.
Alla presenza delle autorità cittadine e con l’introduzione del Sindaco Marco Doria, del Rettore Giacomo Deferrari e del Presidente ILSREC Giacomo Ronzitti, la personalità di Carmine Alfredo Romanzi è stata letta e indagata da otto interventi che ne hanno restituito interamente la fisionomia di scienziato, di rettore, di europeista, compresa quella della giovinezza, dell’approdo a Genova dall’Università di Napoli e dal paese natale di Salvitelle, come un emigrante tra gli altri (G. B. Varnier). Oliviero Varnier e Anna Molina Romanzi hanno analizzato il Romanzi Microbiologo, la sua attività di docente, di ricercatore e di maestro di numerosi allievi. Enrico Beltrametti, che a lui succedette nella massima carica accademica, ha parlato del “Rettore del dialogo”, che resse l’ateneo dal 1969 al 1984, affrontando l’onda lunga della contestazione giovanile e del movimento degli anni Sessanta e Settanta. Il Presidente della Conferenza permanente dei Rettori delle Università Italiane (CRUI, 1976-1984) e della Conférence des Recteurs Européens (CRE, 1984-1989) e l’estensore e primo firmatario della Magna Charta Universatatum (Bologna, 1988) sono stati descritti, non senza ricordi personali, da Andris Barblan, Josep M. Bricall e Fabio Alberto Roversi Monaco: “un quiet leader”, “un gentleman non molto alto, vestito impeccabilmente, con una pipa e un cappello sempre a portata di mano”, esponente di una generazione, “erede delle grandi trasformazioni del secolo XIX”, che aveva “sopportato e superato tutto senza mai perdere la fiducia nei valori dell’essere umano e dell’organizzazione democratica di società libere”, che aveva creduto nell’Europa per la “cui unità si doveva lottare anche tramite la cultura”.
1913-2013 Carmine Alfredo Romanzi