La passione per il cinema non può che tradursi in una parola plurale come è il titolo di questa mostra: “Cinepassioni”. Passioni diverse, per qualità e intensità a partire dall’instancabile curiosità che ha alimentato le collezioni genovesi D.W. Griffith, Stefano Pittaluga e CineCiak: un giacimento ricchissimo, in larga parte mai mostrato al pubblico, interpretato privilegiando l’impatto sociale, culturale e, appunto, passionale del cinema.
Il percorso espositivo prende le mosse raccontando, nella prima sezione, del “cinema prima del cinema”, grazie a un’installazione video a quattro canali creata appositamente per la mostra e all’esposizione di numerose lanterne magiche, vetrini per lanterna e camere ottiche: “macchine della visione”, a volte semplici giocattoli, altre volte complessi meccanismi spettacolari che non si sono limitati ad anticipare la logica e la tecnologia del cinema, ma hanno anche contribuito ad alimentare la curiosità e la passione per le immagini e la riproduzione del movimento, gettando le basi per la nascita dello spettatore cinematografico.
La seconda sezione è interamente dedicata a una selezione di tecnologia cinematografica suddivisa nella classica “filiera” della produzione: ripresa, edizione, proiezione. In questa sezione sono esposti macchinari sia professionali sia amatoriali, italiani e stranieri, dalle origini alla metà del Novecento. L’insistenza sull’amatoriale intende approfondire il primo sviluppo del cinema “domestico”, alla portata di tutti, un fenomeno particolarmente rilevante soprattutto se osservato dall’oggi e cioè da un contesto mediale in cui il rapporto tra individuo e tecnologia di produzione si è estremamente semplificato, invadendo il quotidiano e modificando alla radice i processi di costruzione della memoria individuale e collettiva. Ogni sezione è ulteriormente arricchita da video che, rimontando alcune sequenze tratte da film, mostrano come il cinema abbia rappresentato se stesso e, in particolare, la sua natura di “macchina”, metà industria, metà arte.
La terza sezione del percorso conduce dalla “fabbrica” del cinema al suo prodotto finito, il film, insistendo in particolare sul momento della visione, e lo fa tornando all’origine di tutto: alla “sfida” tra Edison e Lumière che non fu soltanto commerciale o territoriale quanto, soprattutto, culturale. Perché a opporsi furono essenzialmente due modelli di visione: da un lato quello individuale del Kinetoscopio Edison, ricostruito per la mostra, e, dall’altro, quello collettivo del cinématographe dei fratelli Lumière, destinato a vincere, anche se, a ben vedere, il punto d’arrivo della storia sembra in qualche modo riportare a Edison, e cioè a un rapporto “al singolare”, privato, tra osservatore e immagini: nuove esperienze di visione ma, anche, nuovi sguardi che il visitatore potrà sperimentare grazie a una postazione di Realtà Virtuale con un contenuto appositamente creato per l’esposizione.
La quarta e ultima parte del percorso si concentra infine su alcune pratiche, sociali e culturali, che prolungano e “solidificano” il rapporto con il cinema. Prima una piccola sezione di paratesti cartacei che testimoniano di altre forme di passione, come la cinefilia delle riviste e il divismo, e di rielaborazione dell’esperienza cinematografica nella critica, poi un’ampia selezione di oggetti provenienti dalla collezione CineCiak: busti, action figures, modellini, diorami, 3D recreations, giocattoli, manifesti, costumi, movie props, memorabilia, gadget e altro ancora, riferiti tanto ad alcuni film del passato quanto a blockbuster contemporanei. Questo tipo di collezionismo è una pratica culturale che nasce con il cinema e che trova una delle sue spinte nel potente fascino esercitato dall’immaginario filmico, un desiderio di contatto con “pezzi” della cultura popolare che ha conosciuto, in anni recenti, uno sviluppo straordinario anche grazie a un’offerta sempre più vasta e sofisticata di merchandising cinematografico. Ma l’attuale popolarità del collezionismo non è certo una semplice questione industriale: racconta, al contrario, del potere di fascinazione del cinema, dei suoi miti e delle sue icone, un potere antico e ancora intatto, e di un desiderio altrettanto originario, quello di far uscire dalla bidimensionalità dello schermo i personaggi che abbiamo amato, di dare loro corpo per poterli toccare e tenere con noi, vicini a noi. Per certi versi, un altro modo di guardare un film.
Completa il progetto un “fuorimostra”, allestito in via dei Conservatori del Mare, in un’area liberamente accessibile giorno e notte. Qui vengono presentate alcune suggestioni legate al cinema a Genova e in Liguria, insieme ad altre realtà di collezionismo genovese. Genova e la Liguria, del resto, furono e sono tuttora sede di società e stabilimenti di produzione, set cinematografico, patria e luogo di passaggio e lavoro di produttori, registi, attori, scenografi di fama locale o internazionale.
Luca Malavasi
Dipartimento di Italianistica, romanistica, antichistica, arti e spettacolo
Cinepassioni. Storie di immagini e collezionismo a cura di Luca Malavasi
dal 13 aprile al 30 luglio 2017 - LOGGIA DELLA MERCANZIA
Orario da lunedì a giovedì ore 13.00 – 18.00
venerdì, sabato, domenica ore 10.00 – 19.00
ORGANIZZAZIONE
Comune di Genova - Assessorato Cultura e Turismo
in collaborazione con
Cineteca D.W. Griffith
Collezione Stefano Pittaluga
Cine Ciak - Museo Internazionale del Cinema
PATROCINIO
Università degli Studi di Genova