La sociologia pubblica e l’open access
L’ultima novità del Laboratorio di Sociologia Visuale dell’Università di Genova – www.laboratoriosociologiavisuale.it - è la collana Immagin-azioni Sociali.
L’ambizione di Immagin-azioni sociali è accompagnare il ri-pensamento della sociologia come una professione della narrazione, favorire la de-scrizione dei mondi sociali oltre i canoni classici della scrittura accademica, fare emergere le città invisibili e i soggetti senza voce nel racconto pubblico, esplorare temi e problemi della contemporaneità attraverso sguardi critici e impensati. In tale prospettiva cerca di coniugare e ibridare etnografia e rigore scientifico con nuovi linguaggi/metodi legati all’arte, alla fotografia e al cinema, alle illustrazioni e ai fumetti, alla musealità e al teatro, alla narrativa e agli archivi digitali.
Con gli stessi intenti che hanno animato tutto il lavoro fatto in questi 10 anni dal collettivo del Laboratorio, anche questa iniziativa si muove nella direzione di rendere più accessibile il sapere sociologico, un sapere che, secondo il sociologo Pierre Bourdieu, deve aiutare le persone a sviluppare degli “anticorpi sociali” che permettano di “non agire nel mondo sociale come una calamita in un campo magnetico”. Questa collana cerca di farlo, per esempio, con una particolare attenzione alla forma: attraverso un lavoro sulla semplificazione del linguaggio e con l’utilizzo di molte immagini e di soluzioni grafiche che facilitino la lettura. Ma lo fa, anche e soprattutto, attraverso la forma dell’open access.
L’open access è un importante movimento nato intorno alla rivendicazione del libero accesso al sapere. L’idea di fondo è che rendere aperta la conoscenza aumenti e democratizzi il progresso scientifico. Si tratta di una lunga storia, nata con il Budapest Open Access Iniziative del 2001- il primo raduno storico di fondazione - formalizzato successivamente, nel 2003, con la Dichiarazione di Berlino sull'accesso aperto alla letteratura scientifica, che ha fondato il movimento Open Access. Le università italiane hanno aderito alla Dichiarazione di Berlino nel novembre 2004, in occasione del convegno Gli atenei italiani per l'Open Access: verso l'accesso aperto alla letteratura di ricerca a Messina, e infatti per l'Italia si parla di Dichiarazione di Messina.
Anche l'Unione europea è andata definendo principi e obblighi sempre più precisi in merito alla scienza aperta e strutture come OpenAIRE e Zenodo hanno come obiettivo rendere sempre più aperta la ricerca europea.
L’Università degli studi di Genova, già da tempo sta lavorando per favorire l’open access delle riviste con un lavoro di supporto e con la messa a diposizione delle piattaforme. Le possibilità che si aprono con i servizi di Open access di Gup, sono davvero notevoli, sia per quanto riguarda l’internazionalizzazione, sia per il diritto allo studio.
Nella collana Immagin-azioni sociali da gennaio sono stati pubblicati tre volumi, tutti scaricabili online gratuitamente: il primo- Sociologie visuelle et filmique. Le point de vue dans la vie quotidienne (http://gup.unige.it/node/186) - un volume collettaneo in tre lingue, contenente saggi di esperti di visuale di diverse nazionalità, sta letteralmente facendo il giro del mondo, come mostrano i dati su chi lo ha scaricato. Altrettanto il secondo - Negros de Barcelona. Juventud dominicana entre racismo y resistencia (http://gup.unige.it/node/193) - in lingua spagnola, che tratta del tema del razzismo nel contesto ispanico. Il terzo- Ma una madre lo sa? La responsabilità della corretta alimentazione nella società neoliberale (http://gup.unige.it/NODE/203) - sulla colpevolizzazione delle madri di figli obesi e delle madri vegane ha subito avuto l’attenzione di diverse riviste nazionali e sarà libro di testo per alcuni corsi del prossimo anno. Le prossime uscite verteranno sul tema delle morti nella migrazione come effetto dello sfruttamento lavorativo e dell’impossibilità di canali legali di mobilità nello spazio europeo, ma anche sul tema del genere, con un lavoro sullo sconfinamento maschile nel campo del lavoro di cura. Nel complesso, la collana si propone di sostenere l’innovazione - in chiave teorica, metodologica, epistemologica e divulgativa - nella pratica concreta di una sociologia pubblica e riflessiva in grado di interloquire criticamente con i grandi dibattiti dell’attualità.
Un grande plauso quindi all’Ateneo genovese che sta lavorando alla democratizzazione dell’università, oltre che nella forma, con le scintillanti iniziative di comunicazione alla città, anche nella sostanza, con l’importante sostegno all’open access e alla sociologia pubblica.