Incontro del Consorzio dottorale di filosofia FINO: "Speech Acts and Fiction"
L’ultimo incontro del Consorzio dottorale di filosofia FINO ha attirato a Genova studiosi da diversi paesi: Corea, Francia, Gemania, Iran, Paesi Bassi, Peru, Spagna, Stati Uniti, Taiwan, Venezuela, e anche Italia.
I relatori invitati, Manuel Garcia Carpintero del centro Logos di Barcellona e Francois Recanati dell’istituto Jean Nicod di Parigi hanno presentato il tema “Speech Acts and Fiction”.
Per studio degli “speech acts” o “atti linguistici” si indende lo studio della dimensione pragmatica del linguaggio, cioé delle diverse cose che si possono fare con le parole. La teoria, ideata da John L. Austin a Oxford e divulgata sa John Searle ha avuto applicazioni in psicologia, diritto e intelligenza artificiale, fin dagli anno ’80 quando Terrry Winogad (il maestro degli inventori di Google) l’ha usata con il suo robot virtuale, SHRDLU. Il programma aveva diverse procedure a seconda del tipo di input: dopo un’asserzione incamerava le informazioni, dopo un comando eseguiva corrrettamente le azioni richiesta e risondeva sensatamente alle domande. I vari bot che girano in rete oggi sono lontani eredi di queste prime applicazioni di un’idea geniale (e magari più efficienti a distribuire notizie false).
Ma perché occuparsi di finzione? Siamo immersi in un mondo di finzione, viviamo di film e romanzi, e – ammettiamolo – gran parte della comunicazione politica è una grande finzione. Come distinguere un testo di finzione e un testo su eventi reali? Le parole non ci aiutano; le stesse parole possono esserer usate per descrivere un fatto vero e uno inventato. Di cosa parliamo quando parliamo di personaggi di finzione che compaiono in un film o in un romanzo? Come facciamo a capire la differenza degli stessi eventi descritti ora “sul serio” e ora come finzione? Il Napoleone che compare in Guerra e Pace è il Napoleone vero e proprio o è una sia quasi-caricatura? Di chi ci commoviamo quando vediamo personaggi fittizi in uno spettavolo teatrale e un film? Tutti hanno una risposta intuitiva a queste domande, ma non è facile trovare una teoria coerente della finzione e una semantica del linguaggio di finzione.
E forse, capire meglio come funziona la finzione aiuterrà meglio a capire come sia facile ingannare tante persone con le fake news, cioé, appunto, le notizie “inventate”, e a difendersi dagli inganni delle varie finzioni che si generano continuamente in rete.