Nuove speranze per le giovani donne con carcinoma mammario

Nuove speranze di una vita normale per le giovani donne con carcinoma mammario ereditario

Una collaborazione internazionale coordinata dal prof. Matteo Lambertini del Dipartimento di Medicina interna e Specialità mediche (DiMI) dell’Università di Genova e della Clinica di Oncologia Medica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino è stata recentemente pubblicata sul Journal of Clinical Oncology, la rivista di riferimento della società americana di oncologia ASCO, offrendo nuove speranze per le giovani donne con carcinoma mammario ereditario portatrici di mutazione ai geni BRCA e desiderose di completare i propri piani familiari al termine delle cure oncologiche.

fiocco rosa ricerca cancro seno - UniGe

Il tumore al seno o carcinoma mammario

Il carcinoma mammario rappresenta la neoplasia più frequente nelle donne, inclusa la popolazione giovane con diagnosi oncologica in età riproduttiva. In Italia, vengono diagnosticati ogni anno circa 53.000 nuovi casi di carcinoma mammario, di cui il 5-6% (quindi intorno a 3.000 casi) in donne di età inferiore ai 40 anni. Nelle donne giovani, oltre il 10% dei nuovi casi di carcinoma mammario sono ereditari, correlati a mutazioni germinali ai geni BRCA.

Grazie al considerevole miglioramento della prognosi delle pazienti affette da carcinoma mammario, una sempre maggior attenzione deve essere oggi dedicata non solo alla guarigione ma anche alla qualità di vita dopo la malattia. Nelle pazienti giovani, un tema di grande rilevanza è rappresentato dalla possibilità di avere una gravidanza e completare i propri piani familiari al termine delle cure oncologiche. Due sono le preoccupazioni principali per queste donne condivise anche da molti loro oncologi curanti: la possibilità che la gravidanza possa peggiorare la prognosi della paziente stessa e il rischio che la pregressa esposizione a trattamenti oncologici possa avere effetti nocivi sulla futura gravidanza. L’idea di condurre questo studio è nata proprio dell’assenza di evidenze scientifiche per poter rassicurare le donne con carcinoma mammario ereditario portatrici di mutazione ai geni BRCA e i loro medici curanti su questa tematica.

Matteo Lambertini
Matteo Lambertini

Uno studio internazionale

Nello studio, che ha coinvolto 30 centri oncologici in tutto il mondo inclusa la Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino diretta dalla prof.ssa Lucia Del Mastro (DiMI, Università di Genova), sono state incluse 1252 pazienti con mutazione germinale ai geni BRCA diagnosticate con carcinoma mammario in età inferiore ai 40 anni. Di queste pazienti, negli oltre 8 anni di follow-up mediano, 195 hanno avuto una gravidanza dopo il completamento delle cure oncologiche. Lo studio ha dimostrato chiaramente che avere una gravidanza è sicuro sia per la madre sia per i neonati. Infatti, non è stato osservato nessun peggioramento della prognosi per le pazienti che hanno avuto una successiva gravidanza; inoltre, il tasso di complicanze della gravidanza e anomalie congenite sono risultati sovrapponibili a quelli attesi nella popolazione generale non oncologica.

gruppo Matteo Lambertini
Il gruppo di ricerca di Matteo Lambertini

Una vita libera e completa dopo il cancro

Questi risultati hanno implicazioni cliniche dirette generando un’evidenza scientifica adeguata per poter affermare oggi che, al termine di cure oncologiche e periodo di follow-up adeguati, avere una gravidanza in donne con pregresso carcinoma mammario ereditario portatrici di mutazione ai geni BRCA non debba più essere considerato controindicato. Restituire queste speranze e possibilità alle giovani pazienti, rappresenta un importante passo avanti in oncologia per rendere la vita dopo la malattia sempre più libera, non solo dal cancro stesso, ma anche dalle sue possibili complicanze.


Il Prof. Matteo Lambertini e la Prof.ssa Lucia Del Mastro insegnano oncologia medica all’Università di Genova. La loro attività di ricerca focalizzata sul tema dell’oncofertilità ha permesso di ottenere importanti evidenze scientifiche su tre argomenti principali: l’utilizzo della soppressione ovarica con GnRH analoghi durante chemioterapia come strategia per preservare la funzione ovarica e la fertilità nelle giovane donne con carcinoma mammario candidate a ricevere chemioterapia (Del Mastro L et al, Ann Oncol 2006 & Del Mastro L et al, JAMA 2011 & Lambertini M et al, JAMA 2015 & Lambertini M et al, Ann Oncol 2015 & Lambertini M et al, Eur J Cancer 2017 & Lambertini M et al, J Clin Oncol 2018), la sicurezza di avere una gravidanza nelle donne con pregresso carcinoma mammario (Lambertini M et al, JNCI 2018 & Lambertini M et al, Cancer 2019) e le problematiche in ambito di oncofertilità nelle pazienti con carcinoma mammario ereditario portatrici di mutazione ai geni BRCA (Lambertini et al, Ann Oncol 2018 & Lambertini et al, RBO 2019 & Lambertini et al, Front Oncol 2019 & Lambertini M et al, J Clin Oncol 2020).

di Matteo Lambertini