Seawheat: il grano del mare di domani
La ricerca al servizio della sostenibilità
L'ultimo decennio ha visto un crescente interesse nell'uso delle acque marine costiere per produrre cibo sostenibile alternativo e altri prodotti di valore. Il gruppo COST Seawheat è composto da 105 esperti e specialisti provenienti da 28 paesi, che perseguono insieme la modernizzazione e la valorizzazione della nostra alimentazione tradizionale basata su prodotti ittici provenienti dai nostri mari costieri. Questa azione sviluppa interessi scientifici e commerciali rilevanti in Europa, Asia, Americhe e oltre.
L'associazione COST (European Cooperation in Science and Technology) gestisce uno strumento finanziato dall'Unione Europea chiamato COST Actions: esso permette ai ricercatori e agli innovatori di creare una rete di ricerca collaborativa in una vasta gamma di discipline scientifiche. COST fornisce opportunità di networking ai suoi partecipanti e permette loro di affrontare insieme le sfide scientifiche, tecnologiche e sociali attraverso lo scambio di idee e iniziative innovative.
Lo sfruttamento del potenziale alimentare delle alghe marine
Sulla base dei successi dei precedenti progetti europei e paneuropei sulle alghe, e grazie alle caratteristiche uniche delle diverse specie appartenenti al genere Ulva (comunemente conosciuta come "lattuga di mare"), un gruppo di ricercatori, tra cui Valentina Asnaghi, Mariachiara Chiantore, e Sonia Scarfì dell'Università di Genova, ha identificato queste alghe verdi come i candidati più adatti e gli organismi modello per un nuovo tipo di maricoltura europea.
Diverse specie di Ulva sono state ampiamente analizzate per il loro valore come cibo, mangime, ingredienti alimentari (ad esempio, proteine, carboidrati, pigmenti, antiossidanti), costituenti chimici e proprietà medicinali. In maricoltura, Ulva può essere coltivata sia in impianti a terra (land-based) che a mare (sea-based). Un impianto di coltivazione di Ulva ha una resa per ettaro di parecchie volte superiore a quella di una pianta terrestre (da 25 a 40 tonnellate di peso secco per ettaro all'anno, rispetto a un range che va da 2 a 5 tonnellate per soia, grano e mais). Inoltre, Ulva è conosciuta come un eccellente biofiltro ecologico e un fornitore di servizi ecosistemici, riducendo l'impronta ambientale e migliorando la sostenibilità della crescente industria dell'allevamento ittico terrestre e marino, e prevenendo l'eutrofizzazione nelle acque costiere.
COST Seawheat
COST Seawheat è un'azione che combina approcci interdisciplinari all'uso sostenibile delle risorse marine, comprendendo tutti gli aspetti della biologia, ecologia, acquacoltura, ingegneria, economia e scienze sociali legati a Ulva. Questa azione porterà allo sviluppo di collaborazioni scientifiche avanzate, creerà opportunità di business e di lavoro nelle economie marittime e costiere, e avrà un impatto significativo sul benessere della società.
COST Seawheat soddisfa le attuali priorità delle sfide sociali (Societal Challenges Priorities) della strategia europea Horizon 2020 per la sicurezza alimentare. Inoltre, la sua attuazione contribuirà agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (UNSDG 14) per la conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali.
L'Università di Genova partecipa con il Dipartimento di scienze della terra, dell'ambiente e della vita: Valentina Asnaghi ricercatrice e docente di Ecologia e Mariachiara Chiantore professoressa associata e docente in Ecologia, entrambe presso UniGe, sono membri dei gruppi di lavoro 2 e 5, dedicati ad approfondire le tecniche di acquacoltura dell'alga verde Ulva e i servizi ecosistemici da essa forniti: Valentina Asnaghi è candidata per il Management Commitee.
Sonia Scarfì, professoressa associata e docente di Biologia dell'Università di Genova è coinvolta nei gruppi di lavoro 3 e 4, dedicati allo studio di Ulva nell'alimentazione e nella produzione di molecole bioattive.